(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 73

 

 

ARTIGLI

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Elektra Natchios si sveglia che non è ancora l’alba e scivola fuori dal letto senza svegliare McKenzie Stewart. Dovrebbe sentirsi contenta ora che tutte le accuse contro di lei sono cadute e lei è di nuovo libera ed in possesso dei beni che le erano stati sequestrati,[1] invece si sente inquieta. Non dipende certo dal fatto che ora la sua attività di killer a pagamento è di pubblico dominio. Le Autorità già lo sapevano anche se non potevano incriminarla e il resto del pubblico dimenticherà presto o sarà disposto a credere quello che il suo avvocato ha sostenuto: che c’è una killer che le ha rubato l’identità. La gente crede sempre a ciò a cui vuol credere e dimentica in fretta le notizie di ieri in favore di quelle di oggi.

            No: è qualcosa di più profondo, una sorta di presentimento. Quando squilla il suo cellulare sente di aver ragione. Sono in pochissimi a conoscere quel numero e nessuno dei suoi “clienti”.

Il numero è segreto. Per un momento ha la speranza che a chiamarla sia Nina McCabe di cui non sa niente da troppo tempo e su di lei Stewart è stato vago ma quando sente la voce dall’altra parte sa che i guai stanno davvero arrivando:

<<Ciao Elektra.>>

-Matsu’o… come hai avuto questo numero?-

<<Suvvia… sei davvero così sorpresa che me lo sia procurato? Ho i miei mezzi.>>

-Falla finita… cosa vuoi da me?-

            Se potesse vederlo Elektra saprebbe che Matsu’o Tsurayaba, capo di una “famiglia” della Yakuza giapponese ha sul volto un sorriso maligno.

<<Credi davvero di poter stare tranquilla solo perché non sei stata condannata?>> le dice <<La partita tra noi è solo all’inizio.>>

-Allora quello che pensavo è vero: sei stato tu ad incastrarmi.- replica lei.

<<Quello e non solo: chiedi ai tuoi amici che ne è di Nina McCabe. Chiedi di Cigno Nero… ma non è per questo che ti ho chiamato: Volevo informarti che Rina è nelle mie mani.>>

            A sentire quel nome Elektra si sente gelare.

 

            Melita Garner, giornalista del San Francisco Herald rientra a casa dopo una giornata di duro lavoro e vorrebbe solo farsi una bella doccia e godersi una buona cena cinese davanti alla TV prima di ficcarsi sotto le coperte, ma si sa: i migliori piani di uomini e topi spesso finiscono male.

            Nel caso in questione a scombinare i piani di Melita è una figura ammantata di scuro in piedi nel mezzo del suo salotto.

-Buona sera Miss Garner.- dice con voce tranquilla.

-Sudario!- esclama Melita -Mi hai spaventato.-

            Il tenebroso vigilante incappucciato avanza sino a fermarsi davanti a lei.

-Mi scuso dei miei modi Miss Garner, ma avevo bisogno di parlare con lei.-

-Sul serio? E perché?-

-Semplicemente perché mi serve il suo aiuto.-

 

            E dal tono di voce la giornalista capisce che non sta scherzando.

            Non è facile cogliere di sorpresa il mutante chiamato Wolverine perfino mentre dorme. Pochi possono dire di esserci riusciti ed uno di quei pochi è nella sua stanza quando lui si sveglia di soprassalto, avvertito dal suo istinto animale. Non ha bisogno che la sua vista si adatti all’oscurità per capire chi c’è nella stanza, il suo sensibilissimo olfatto gli ha già fornito questa informazione.

-Che ci fai in camera mia a quest’ora della notte, Elektra?- chiede.

            Non si chiede come abbia fatto ad entrare senza far scattare allarmi di alcun genere: sa che ne è capace, è una ninja addestrata dalla Mano dopotutto.

            La donna inguainata in un aderente costume rosso avanza verso di lui mentre l’uomo noto anche come Logan balza a sedere sul letto, apparentemente per nulla imbarazzato dal fatto di essere nudo.

-Ho bisogno di te… del tuo aiuto.- dice.

-Sul serio?- replica lui con sarcasmo -Mi pare di ricordare che hai sempre sostenuto di sapertela cavare da sola.-

-Questa è una cosa molto seria Logan. Ricordi Matsu’o Tsurayaba?-

-E come potrei dimenticarlo?- Replica Logan con nello sguardo un’espressione mista di disgusto e odio -Quel verme è responsabile della morte di Mariko Yashida, la donna che volevo sposare.-[2]

-Quel verme, come giustamente lo chiami tu, per farmi del male ha rapito una bambina… una che per me è molto importante.-

            Dalla voce, ma non solo, Wolverine capisce che Elektra è davvero preoccupata e, cosa molto insolita per lei, anche imbarazzata.

-Cosa c’è?- chiede -Chi è questa bambina e perché dovrebbe interessare anche me?-

            Elektra sembra esitare e le parole le escono con molta fatica:

-Lei è… è mia… è nostra figlia.-

 

 

2.

 

 

            C’era un tempo in cui l’Africa era il luogo per eccellenza dell’Avventura, quella con la A maiuscola, un luogo più immaginato che reale dove era possibile trovare antiche rovine sotto le quali si trovavano favolosi tesori o orrori dimenticati, dove città vecchie di millenni si ergevano in mezzo a giungle inesplorate, dove il figlio di un lord inglese poteva essere allevato dalle scimmie e non era impossibile imbattersi in un varco per mondi selvaggi e primitivi in cui la sopravvivenza era spesso legata alla punta di una spada.

            Quei tempi sono passati per sempre ormai. Oggi sappiamo tutto dell’Africa ed ai miti e alle leggende si è sostituita la triste realtà fatta di guerre interetniche e religiose. Non c’è più nulla di magico in Africa… o forse no?

            Se lo sta chiedendo anche Lorna Halliwell, una bella ragazza diciannovenne, bionda e con due occhi azzurri e profondi che viene da Terranova, Canada. Al suo fianco c’è una ragazza appena poco più vecchia di lei con i capelli scuri e lunghi, che le ricadono sulle spalle, si chiama Jane Mahoney. Le due sono diventate amiche qualche tempo fa dopo aver vissuto una strana avventura insieme, scoprendo di avere più cose in comune di quanto potessero pensare quando si sono conosciute.[3] Ne è passato di tempo da allora, quanto basta perché Lorna iniziasse l’Università e Jane decidesse di prendersi un periodo di pausa sia dagli studi che dalla sua carriera di ginnasta. Le due donne si sono messe d’accordo per tornare insieme in Africa per cercare la risposta ad alcuni misteri su richiesta di un amico che ora le sta aspettando. Eccolo, infatti, non ci si può sbagliare: è un bel giovanotto bianco che dimostra poco più di vent’anni, alto forse un metro e 90, capelli neri e folti, occhi grigi e scrutatori, fisico asciutto e muscoloso al tempo stesso, di chi è abituato a praticare molti sport. Lorna e Jane lo conoscono come Jack Porter ma sospettano che non sia il suo vero nome.

-Jack!- esclama Lorna gettandosi letteralmente tra le sue braccia -Che bello rivederti.-

-Anche io ne sono felice, Lorna.- ribatte lui sorridendo.

-Ehi… e io chi sono?- interviene Jane

-Ma certo che sono felice di rivedere anche te, Jane… anzi: Jann.- replica lui baciandola su una guancia -Ora che siete qui anche voi, possiamo partire. Dobbiamo solo aspettare che… oh, ecco la nostra guida.-

            Quello che avanza verso di loro è un uomo dai capelli rossi vestito con una sahariana e pantaloni corti, occhi coperti da occhiali scuri, che sfodera un largo sorriso.

-Bene, Porter...- dice -… vedo che le tue amiche sono finalmente arrivate. Non mi presenti?-

-Lorna… Jann… davanti a voi avete Patrick McKenna, ex Marine, ex mercenario, contrabbandiere e avventuriero a tempo pieno.-

-Tu mi lusinghi, ragazzo. Sono solo un comune fornitore di beni e servizi a chi ne ha bisogno.-

-McKenna è il nostro biglietto di sola andata per la Rudyarda.- spiega Jack.

-Se siete così matti da voler andar lì in questo momento, vi ci porterò.- afferma McKenna, poi squadra le ragazze con aria da esperto. -Sicuro che se la sappiano cavare?- chiede a Porter.

-Sappiamo badare a noi stesse.- ribatte Lorna.

-Ci può scommettere.- aggiunge Jane.

-Come dite voi. Avete un’ora per prepararvi. Vi aspetto all’aeroporto.-

            Le ragazze sospirano. Non si torna indietro.

 

            Logan porge ad Elektra una tazza di caffè e le chiede:

-Ti dispiace ripetere?-

-È accaduto tre anni fa.- spiega Elektra -Ricordi? Tu venisti a trovarmi e quasi venisti alle mani con Mac… McKenzie Stewart…-[4]

-Ricordo quel gigante e di come ti rimproverai di alimentare in lui false speranze. È ancora innamorato di te come un adolescente?-

-Non sono responsabile dei suoi sentimenti.- si difende Elektra -Tu ed io ce ne andammo con la tua moto e finimmo nel tuo appartamento. Quel che accadde dopo dovresti ben saperlo.-

            Wolverine fa un sorrisetto ed Elektra continua:

-Poco tempo dopo mi accorsi di essere incinta. Prima che la gravidanza divenisse evidente decisi di allontanarmi per evitare che qualcuno se ne accorgesse. A tempo debito nacque una bella bambina. Capii subito che era tua e mi chiesi cosa fare. Nessuno di noi due sarebbe stato un genitore modello e così decisi di darla in adozione.-

-Se non la volevi, avresti potuto abortire, ci hai pensato?- c’è un’evidente sfumatura di rimprovero nella voce di Logan.

-Non ci ho mai davvero pensato… non so perché. Comunque è così che è andata. Prima di firmare i documenti per l’adozione l’ho registrata… col nome di Rina Logan.-

-Di bene in meglio: non ti è passato per la mente di coinvolgermi, di chiedermi cosa ne pensavo?-

-Onestamente no. Del resto che avresti fatto? L’avresti allevata da solo alla X Mansion?-

            Nessuna risposta. Elektra prosegue:

-Quello che è importante è che, non so come, Matsu’o ha scoperto di Rina, l’ha rapita ed ora vuole che mi consegni a lui o la ucciderà.-

-La ucciderà comunque… è la figlia dei suoi due peggiori nemici e lui non è mai stato un uomo d’onore.- afferma Logan.

-Lo so… per questo sono venuta da te.-

-E lui se l’aspetta, ci scommetto. Non importa… ho un conto aperto con lui e stavolta non mi limiterò a staccargli una mano.-

 

            Da qualche parte in Estremo Oriente. L’uomo che entra nella stanza è visibilmente preoccupato di dover dare cattive notizie.

-Mia Signora…- esordisce -… le notizie sono confermate: Xao ed il suo gruppo in trasferta negli Stati Uniti sono stati tutti uccisi da ignoti e gli uffici di New York della Wai-Go sono stati devastati da un uomo e una donna di colore.-

            La donna a cui ha parlato, all’apparenza una giovane cinese, che indossa una veste verde che le lascia scoperte le gambe e stivali neri lunghi fino a sopra il ginocchio, corruga la fronte e dopo qualche attimo di riflessione parla:

-Xao ha sottovalutato la determinazione di Danny Rand e dei suoi amici… avrebbe dovuto ascoltarmi. Ora mi costringe ad agire personalmente. Fate preparare un aereo. Mi recherò di persona negli Stati Uniti.-

-Come desidera, venerabile Artiglio di Giada.-

            Rimasta sola, la donna riflette: l’ultima cosa che voleva era uno scontro con Iron Fist… e le altre Armi Immortali ora che sono tornate su questo piano dell’esistenza… ma ne andrebbe del suo prestigio e della posizione di potere che ha da poco conquistato. Non ha altra scelta che agire.

 

 

3.

 

 

            La coppia che esce dall’aeroporto internazionale di Tokyo non passa di certo inosservata: lui indossa un giaccone di pelle marrone e un cappello tipo Stetson e nonostante sia alto solo un metro e 60 ha l’aria di quello a cui non è salutare pestare i piedi. Lei è alta e snella con lunghi capelli corvini ed indossa un abito di alta sartoria accompagnato da una collana di madreperla, scarpe ed accessori di marca. Non li si direbbe ben assortiti e proprio per questo attirano l’attenzione.

-Idee sulla prossima mossa?- chiede Logan.

-Ce ne andiamo in hotel e aspettiamo che Matsu’o si faccia vivo.- risponde Elektra.

-Se seguissi il mio istinto andrei a casa di Matsu’o e lo farei a fettine ma questo non servirebbe a ritrovare la bambina: quel bastardo si farebbe ammazzare volentieri piuttosto che dirci dove l’ha nascosta.-

-Staremo al suo gioco finché sarà necessario, poi…-

            Logan sogghigna mentre replica:

-E il “poi” che aspetto con impazienza.-

            Occhi attenti li spiano mentre prendono un taxi ed un’auto si immette sulla loro scia. Un uomo parla ad un cellulare:

-Sono arrivati.-

            In un elegante ufficio l’uomo di nome Matsu’o Tsurayaba risponde:

-Benissimo: continuate a tenerli d’occhio ma non prendete iniziative.-

            Un uomo in piedi accanto a lui che indossa un costume che ricorda quello marrone un tempo usato da Wolverine, dice:

-Non vedo l’ora di scontrarmi con il tanto temuto Wolverine.-

-Avrai presto la tua occasione amico mio.- replica Matsu’o -Logan ed Elektra sapranno presto quanto dura sia la mia vendetta.-

-Della donna non m’importa nulla…ma lui… lui è mio.- ribadisce l’altro sfoderando due artigli dai polsi.

-Tranquillo… non mi perderei il vostro scontro per nulla al Mondo.-

            E nel dire così, Matsu’o Tsurayaba sorride sinistramente.

 

            Danny Rand osserva la scena davanti a sé con una certa sorpresa: sua sorella Miranda e John Aman, l’uomo che oggi si fa chiamare Principe degli Orfani, che escono insieme, entrambi in vestaglia da una delle stanze della mega suite che occupano in uno dei più lussuosi hotel di Beverly Hills assieme alle altre Armi Immortali.

-Che sta succedendo?- chiede la ragazza.

-Ho appena tirato fuori Cobra Grasso dalle prigioni della Contea.- risponde Danny, poi si blocca -Ehi…un momento: dovrei essere io a chiedere che stare combinando voi due.-

-Non farmi la morale, fratellino, sono più vecchia di te… anche se non sembra.-

-Io… ah… ok… lasciamo perdere. Dove sono gli altri?-

-Credo che si siano presi del tempo per girare per la città.- risponde Aman mentre accende la TV sintonizzandola sul notiziario locale.

-Speriamo che non si siano messi nei guai come questo bestione.- dice Danny guardando verso Cobra Grasso.

-Ehi…- protesta questi -… Io volevo solo divertirmi un po’ e…-

            Viene zittito dalle parole che arrivano dalla TV:

<<… un uomo rivestito di quella che sembra un’armatura medievale cinese armato di uno spadone sta…>>

-Forse dovrei imparare a stare zitto.- commenta, amaro, Danny,

 

            Logan guarda fuori dalla finestra e riflette: lui è un uomo d’azione e stare ad aspettare chiuso in un albergo, sia pure in buona compagnia, non è proprio nel suo stile. Nelle poche ore passate ha avuto tempo di pensare: una figlia, ha una figlia. Con la sua lunga vita e le donne che ha avuto, avrebbe dovuto mettere in conto la possibilità di essersi lasciato dietro qualche figlio ma non ci ha veramente pensato.

Dopo la rivelazione di Elektra si è ricordato di una cosa che ha appreso durante la crisi con un altro universo così simile al suo, una cosa che voleva approfondire ma ha finito col rimuovere.[5]

            Il ronzio del cellulare di Elektra lo distrae da quei pensieri. Il suo udito ipersensibile lo ha già messo al corrente della conversazione quando chiede alla compagna;

-Dunque?-

-Siamo stati invitati, diciamo così, alla villa di Matsu’o.- spiega Elektra.

-E noi siamo ben felici di accettare l’invito.- replica Wolverine facendo scattare i suoi artigli dai polsi con un sinistro SNIKT!

 

 

4.

 

 

            Eric Slaughter si avvicina al mobile bar e si versa un bicchiere di ottimo whiskey irlandese. Proprio mentre si sta portando il bicchiere alle labbra sente qualcosa di appuntito stuzzicargli la schiena.

-Dovrei ucciderti, vecchio.- dice una voce femminile alle sue spalle.

-Ti stai ripetendo, ragazza.- replica il vecchio gangster -Abbiamo già avuto questa conversazione o sbaglio? Se davvero vuoi uccidermi, fallo e non dirlo solamente.-

            La lama si abbassa e Slaughter si volta per trovarsi davanti una ragazza che indossa un attillato body nero ed i cui capelli biondi sono trattenuti da una fascia pure nera: Nina McCabe a cui lui stesso ha dato il nomignolo di Cigno Nero.

-Tu ed il tuo… committente mi avete usata.- dice la ragazza -Vi aspettavate che… le esecuzioni da me compiute spingessero i Federali a radunare tutti i rimanenti testimoni contro Elektra e li avete eliminati facendo esplodere la casa in cui si trovavano.-

-E la cosa ti scandalizza? Stiamo parlando di omicidi ragazzina. Credi davvero che sarebbe stato più etico… o più sportivo… eliminarli uno alla volta con un’arma bianca piuttosto che tutti insieme con un’esplosione? Cresci o durerai poco in questo tipo di affari.-

            Nina non replica e china il capo. Passa qualche istante prima che torni a parlare:

-Non mi piace essere strumentalizzata… e le cose mi piace farle a modo mio.-

-In fondo ti capisco.- commenta il vecchio -Anch’io preferisco i lavori fatti con stile a quelli rozzi. Non c’è arte nella dinamite dopotutto. Bene… ora che abbiamo chiarito il punto, pensi di essere pronta per un nuovo incarico, Cigno Nero?-

            Nina punta i suoi occhi azzurri in quelli di Slaughter e replica:

-Parliamone.-

 

            Quando arrivano alla villa di Matsu’o Tsurayaba vestiti delle loro tenute da combattimento Wolverine ed Elektra si aspettano molte cose… tranne che il cancello si apra al loro apparire e che una voce echeggi da un altoparlante.

<<Non c’è bisogno di sotterfugi, entrate pure liberamente. Siete i benvenuti.>>

            È la voce di Matsu’o in persona. Wolverine fa una smorfia disgustata e avanza seguito da Elektra mentre le guardie armate si fanno da parte.

Sulla soglia c’è una giovane giapponese molto attraente che indossa un vestito nero sfacciatamente corto ed aderente, sulle labbra un sorriso insolente con una piega crudele sulle labbra.

-È un piacere incontrarvi Logan-san ed Elektra-san.- dice in perfetto Inglese -Matsu’o vi aspettava con impazienza. Seguitemi, vi condurrò da lui.-

-Non mi piace per niente.- commenta Logan entrando.

-Non è previsto che vi piaccia… gaijin.- replica la ragazza usando, con evidente disprezzo, la parola giapponese che significa straniero.

-E tu chi saresti?- chiede Elektra.

-Il mio nome è Fuyumi Fujikawa e sono la compagna di Matsu’o.-

-Fujikawa?- nella voce di Elektra c’è genuina sorpresa -Come in Stark-Fujikawa?-

            Nessuna risposta. Seguono la ragazza sino ad un’ampia porta davanti alla quale ci sono due uomini vestiti di scuro e con gli occhi coperti da occhiali da sole.

-Aprite.- ordina Fuyumi Fujikawa col tono di chi si aspetta immediata obbedienza ed è subito accontentata.

            Wolverine ed Elektra sono introdotti in un ampio salone dove si trova un uomo che indossa un elegante gessato scuro e volta loro la schiena guardando attraverso una vetrata il giardino esterno. Al loro arrivo si gira lentamente e parla con tono irridente:

-Logan… Elektra… da quanto tempo.-

-Mai abbastanza, Matsu’o.- replica Wolverine sfoderando gli artigli.

-Risparmia la violenza per dopo, Logan… ti servirà.-

-La bambina.- li interrompe Elektra -Dov’è?-

-Credevo che non me l’avreste mai chiesto.- ribatte Matsu’o -Volete vederla? Eccola.-

            Uno schermo si accende su una parete ed appare l’immagine di una bambina dai capelli neri dell’apparente età di due o tre anni che dorme in un lettino.

-Rina.- mormora Elektra.

-Cosa c’è Elektra?- chiede sarcastico Matsu’o -Un rigurgito di amore materno in una spietata assassina? Non ne hai dimostrato molto quando te ne sei sbarazzata senza rimorso appena nata… o sbaglio? Devo dire che mi ha sorpreso che tu abbia… giaciuto con quell’animale. Sei una nemica e ti voglio morta, ma ti ho sempre considerata una donna di classe.-

-Eh amico…- ribatte Wolverine -… ti va di perdere subito l’altra mano?-

-Ti ho punto nel vivo Logan? Ci si potrebbe chiedere perché ti importi tanto di una singola bambina… tu che nella tua lunga vita chissà quante donne incinte e quanti figli hai abbandonato senza guardarti mai indietro-

-Adesso basta!-

            Logan punta i suoi artigli al collo di Matsu’o che non perde il sangue freddo.

-Tu non mi farai niente Wolverine.- replica -E sai perché? Perché se tu o Elektra verserete anche una sola goccia del mio sangue la bambina… vostra figlia… sarà uccisa senza esitazione. Se tenete alla sua vita, farete tutto ciò che vi dirò.-

            C’è un attimo di silenzio, poi Logan ritira gli artigli.

-Va bene.- dice -Faremo a modo tuo… per ora. Cosa ti aspetti che facciamo?-

            Matsu’o sorride sinistramente mentre risponde:

-Cosa mi aspetto che facciate? Mi aspetto che moriate.-

 

            Quando le vede arrivare Patrick McKenna spalanca la bocca dallo stupore, ma Jack Porter si imita ad un sorriso divertito.

            Jane Mahoney indossa un corto abito nero di pelle d’animale che le lascia scoperte le spalle e le braccia, ai piedi ha un paio di piccoli sandali neri, all’altezza del gomito destro un bracciale dorato e un altro di forma serpentina al polso sinistro; intorno al collo un collarino d’argento, dai lobi delle orecchie pendono due orecchini circolari. In vita ha una cintura rossa da cui pende una fondina in cui sta un affilato coltello.

Lorna Halliwell, invece, indossa un corpetto scollato a strisce rosse e nere e shorts tigrati; al collo ha una collana di denti d’animale e bracciali d’oro appena sopra i gomiti, i piedi sono nudi ed in una guaina appesa alla cintura porta anche lei un coltello.

-Ragazze siete sempre uno schianto.- commenta Jack -Due vere Regine della Jungla.

            Difficile dire cosa passi per la testa di McKenna… a parte l’evidente ammirazione per le curve delle due ragazze.

-Un… abbigliamento interessante.- commenta.

-Tradizione di famiglia.- replica Jann.

-Puoi ben dirlo.- aggiunge, sorridendo, Lorna.

-Per me va bene. Ok si parte, ma vi avverto: non sarà una gita di piacere.-

-Lo sappiamo benissimo.- taglia corto Lorna –Conosciamo i rischi e li accettiamo, giusto Jann?-

-Giustissimo.-

            Due matte, pensa McKenna, ma finché lo pagano bene, lui le porterà dove vogliono.

 

 

5.

 

 

            Il primo uomo è un Cinese. Il suo nome è Shen Kuei ma lo chiamano il Gatto e nella sua vita è stato molte cose: ladro, contrabbandiere, spia per il governo della Cina Continentale, un tempo nota alle cancellerie occidentali come Cina Rossa. Ora, però, è solo un padre determinato a proteggere suo figlio a qualunque costo e se questo significa sfidare le potenti Triadi di Hong Kong… che sia.

            Il secondo uomo è un Americano bianco, capelli e occhi castani. Si chiama Rick Mason e negli ambienti delle spie e dei mercenari è conosciuto come L’Agente. Ha accettato di proteggere la donna di nome Juliette e suo figlio e se per farlo deve portare l’attacco al cuore del nemico, lo farà.

-Non mi piace.- mormora -Tutto troppo facile.-

-Sono d’accordo.- replica Shen Kuei -Andrò avanti per primo. Se dovessi cadere in trappola, tu abbandona la missione e pensa a proteggere mio figlio e Juliette.-

-E tu?-

-Se non sarò morto, saprò uscirne da solo.-

            Prima che Mason possa dire altro, il Gatto è già sparito nelle ombre e a lui non resta che aspettare.

 

            Il piccolo aereo atterra su una pista di terra battuta in un piccolo aeroporto clandestino nel cuore della Rudyarda. Ai margini della pista dei camion con il cassone coperto da un telo.

-Siamo arrivati.- dice Patrick McKenna ai suoi compagni di viaggio -Da qui in avanti si prosegue via terra.-

            Jack, Lorna e Jann scendono dal velivolo mentre un gruppo di uomini si affretta a scaricare delle casse per poi caricarle sui camion.

-Posso chiedere di che carico si tratta?- chiede Lorna.

-Generi di prima necessità per le truppe del Dottor Joshua N’Dingi, noto in certi ambienti come Dottor Crocodile.- risponde McKenna.

-Perché non le chiami col loro giusto nome?- interviene Jack Porter -Armi… armi per un esercito conquistatore.-

-È vero?- si intromette Jann –Lei è un…. Un contrabbandiere d’armi?-

            McKenna si stringe nelle spalle.

-Preferisco considerarmi un commerciante.- risponde -La gente mi cerca perché ha bisogno di certi beni ed io glieli procuro.-

-Un mercante di morte.- commenta Jann -Quello che fa è immorale e illegale. Come riesce a dormire la notte?-

-Benissimo.- è la risposta -Ora scusate… ma devo accertarmi che il carico sia tutto a posto.-

-Peccato… commenta Jann -Sembrava un tipo simpatico… e carino.-

 

            Il silenzio nella stanza è pesante, poi Wolverine parla:

-Non sono così facile da uccidere, lo sai.-

-Ma nemmeno impossibile.- replica Matsu’o Tsurayaba in tono divertito -Vedrai.-

-Che cosa hai in mente?- chiede Elektra.

-Una sfida: un gioco di sopravvivenza. La posta in gioco è la vita della bambina.- replica Tsurayaba.

-Come possiamo fidarci di te?-

-Non potete… ma non avete scelta.-

-Facciamola corta.- interviene Logan -Giocheremo al tuo gioco. Fai venire i tuoi scagnozzi .-

            Matsu’o fa un ghigno malvagio e preme un pulsante. Subito dopo un pannello scorre su una parete e da un passaggio segreto esce un’imponente figura vestita della tunica dei ninja della Mano.

            Sul viso di Elektra un’espressione che può essere descritta solo come timore.

-Kirigi!- esclama.

-Sì… Kirigi.- ribatte Matsu’o -L’assassino che nemmeno la morte può fermare e tu lo sai bene, Elektra… lo hai già ucciso almeno due volte.- il criminale si volge verso Wolverine -Quanto a te… Logan-san… ti aspetta una bella sorpresa.-

-Lascia che sia io a dirglielo.- interviene un uomo che entra dalla porta finestra.

            Wolverine assume un’espressione di assoluto stupore mentre nella sua mente si affaccia un ricordo di tempi recenti, un ricordo che il suo subconscio aveva in qualche modo sepolto: quello di un ragazzo con un costume simile a quello marrone che indossava lui un tempo, ucciso da un proiettile di adamantio in una terra alternativa e un nome gli sfugge dalle labbra:

-Daken?-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Cosa dire di quest’episodio, se non che farà discutere tutti voi?

1)     Partiamo con Rina Logan, la figlia di Wolverine ed Elektra. È ispirata al personaggio di Wild Thing creato da Tom De Falco & Ron Lim per il futuro alternativo noto come MC2, lo stesso di Spider Girl. Tra tutti i figli di supereroi e affini che si sono visti in quel futuro, Rina sembrava uno dei pochi che non poteva esistere nell’Universo Marvel tradizionale, poi mi è venuto in mente che tra l’ultima avventura di Elektra pubblicata in Italia e sicuramente in continuity e la sua prima apparizione in MIT era trascorso abbastanza tempo perché Elektra avesse questa figlia e contemporaneamente mi è venuta un’idea per usarla in una storia e così eccoci qui.

2)     Daken (Akihiro Logan) è il figlio di Wolverine e della giapponese Itsu, nato nel 1956 circa ma grazie al fattore rigenerante non dimostra più di vent’anni. Quanto della sua storia personale sia simile a quella della sua controparte USA (che il nostro Wolverine ha incontrato su Wolverine MIT #6) lo scopriremo solo leggendo.

3)     Lorna Halliwell è stata creata da me sull’episodio #33 di questa serie come nipote di Lorna la Ragazza della Jungla, personaggio creato da Don Rico & Werner Roth e pubblicato dal luglio 1953 all’agosto 1957 dalla Atlas

4)     Stesso discorso per Jane Mahoney nipote di Jann della Jungla, altro personaggio del genere “Regina della Jungla”, creato da Don Rico & Jay Scott Pike e pubblicato dal settembre 1954 al giugno 1957.

Nel prossimo episodio: Wolverine e Elektra contro le loro nemesi, le ragazze della Jungla al battesimo del fuoco e altro ancora.

 

 

Carlo



[1] Vedi scorso episodio e Devil #70

[2] Su Wolverine Vol. 1° #57 (In Italia su Wolverine, Marvel Italia #52).

[3] Vedi i numeri #33/35 di questa serie.

[4] Elektra Vol. 1° 10 (In Italia su Marvel Mega #12).

[5] Vedi Wolverine MIT #6.